Occorrono alcuni passaggi per creare un brand territoriale, tutti molto importanti.
Cercate di identificare alcuni elementi chiave, sia noti sia ancora da esplicitare, che rendano veramente “speciale” il territorio da promuovere, e tutti i prodotti e servizi che possono essere collegati a questi modi particolari, specifici di essere “speciali”. Ad esempio, la gente della vostra zona può essere nota per la sua gentilezza e apertura agli altri, quindi tutto ciò che verrà offerto sotto l’ombrello del vostro marchio sarà “dipinto”, e comunicato, con i colori della cortesia. Lo stesso vale se siete noti per la vostra precisione ed efficienza, la vostra vicinanza con la natura, la vostra relazione particolare con il mare, i boschi, ecc. Una volta identificati tali elementi, condivideteli con la gente del vostro territorio, in incontri dedicati: è necessario si crei il massimo consenso su di essi.
Create una prima lista di prodotti e servizi chiave che calzano perfettamente con l’identità del marchio che avete definito al punto 3. Può trattarsi di prodotti agricoli primari, ma anche di prodotti trasformati, specie se sono realizzati secondo ricette tradizionali; ma comunque è possibile introdurre anche innovazioni tecnologiche, moderne, soprattutto se vi consentono di preservare al meglio, in modo naturale, il sapore del prodotto e le sue proprietà nutrizionali, di adattarlo alle esigenze della nutrizione moderna, di prolungare la sua shelf life (tempo prima della scadenza), di rendere più facile il suo stoccaggio ed i suo trasporto; può trattarsi anche di servizi, ovviamente come hotel, ristoranti e bar, ma anche, per esempio, di corsi di danza, libri di racconti della tradizione, corsi e seminari di antiche lingue locali, teatro dialettale, musica tradizionale, metodi tradizionali di addestramento animali, ecc.
Un brand territoriale è un marchio collettivo: controllate la normativa nazionale ed europea su questo tema. In generale, la registrazione di marchi collettivi è consentita ai soggetti che svolgono la funzione di garantire l’origine, la natura o la qualità di beni e servizi e che poi possono concedere in licenza l’uso del marchio a produttori o venditori che rispettano determinati requisiti, fissati affinché tutto ciò che va sotto al marchio abbia un livello prefissato di qualità. L’uso non può essere riservato a soggetti del settore non economico, ma dev’essere concesso dietro impegno a rispettare un disciplinare obbligatorio, che è allegato alla richiesta presentata al momento della registrazione del marchio. Il marchio collettivo è definito pubblico se il detentore è un ente pubblico, privato quando il detentore è un’entità privata, che generalmente ha la forma legale di un consorzio o un’associazione. I promotori di marchi pubblici collettivi sono in genere: le provincie, le regioni, i comuni, i parchi e le aree protette, le comunità montane e le camere di commercio, singolarmente od in partnership tra di loro.
È importantissimo il fatto che il vostro marchio abbia l’aspetto “giusto”, assolutamente non è vero che un marchio vale l’altro. Deve trasmettere qualcosa. Non abbiate fretta. Esaminate numerose proposte se necessario, perché il “visual” (l’aspetto grafico) e il testo devono essere ottimi, a non è necessario spendere molto per avere molto, l’importante è spiegare bene allo studio grafico cosa volete, e scegliere lo studio giusto. Potete anche mettere in gara, in base a un rapporto qualità prezzo, alcuni studi grafici diversi. Un elemento particolarmente rilevante è il fatto che, per poter essere registrato (e quindi protetto dalle imitazioni), il marchio dev’essere nuovo. Prima di raggiungere l’aspetto finale del marchio (grafica e testo), recatevi quindi presso un ufficio di registrazione (pubblico o privato) per la ricerca di antecedenti.
Si tratta di uno dei punti più importanti. Con il brand, di fatto promettete qualcosa ai vostri clienti. E questa promessa dev’essere mantenuta, sempre, perché è molto difficile ricostruire un’immagine positiva dopo che qualcuno dei detentori del marchio l’ha rovinata. Ogni errore esercita effetti inevitabili sull’intero progetto. Ecco, quindi, cosa occorre:
Le regole devono essere rigide se volete che la qualità sia alta e costante
È possibile che il progetto di creazione del marchio possa beneficiare di finanziamenti, perché favorisce lo sviluppo delle economie locali. Monitorate, quindi, la presenza eventuali di opportunità di supporto pubblico.
Come sempre, la comunicazione è necessaria. C’è una unit dedicata a questo tema, ma occorre specificare qualche elemento anche in questa sede, per quanto riguarda la pianificazione e le fasi di implementazione.
Ricorda che:
Un marchio territoriale è un valore offerto congiuntamente al mondo dalle persone che lavorano nella stessa area, con le stesse radici storiche e sociologiche.
I consumatori avvertono immediatamente la mancanza di armonia, identità e coesione. Perciò, prima di dar vita ad un marchio territoriale, è molto importante verificare il livello di motivazione delle persone coinvolte nel progetto pilota. È il loro coinvolgimento che determina il successo dell’iniziativa, attraendo poi nuovi partecipanti.
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Si tratta di un marchio che garantisce, sotto un solo nome e un solo simbolo:
identità agricola: elementi che caratterizzano i prodotti alimentari italiani;
origine: il paese, il luogo di produzione, il luogo di coltivazione o allevamento, le specie, varietà, razze impiegate;
tracciabilità: documentazione che consente di identificare e tracciare la catena produttiva di un prodotto alimentare, in tutti i passaggi dall’azienda agricola al consumatore.
La Pasta FAI VOI:
1. Cos’è un marchio territoriale? Che cosa promuove?
2. Perché è necessaria una linea guida?
3. Perché è necessario un consenso diffuso sui valori chiave?
4. Quali sono gli step necessari per pianificare bene la comunicazione?