Date un'occhiata al Modulo 1 Unità 4 per informazioni introduttive su quest’argomento
La Direttiva UE sui diritti dei consumatori (Direttiva 2011/83/EU) definisce la Vendita Diretta come un contratto concluso tra commerciante e consumatore, con la presenza fisica e simultanea di entrambi, in un posto che non è la sede del venditore.
Vendere direttamente ai consumatori potrebbe essere un’interessante opportunità per i piccoli produttori.
Esso consente di evitare gli intermediari e raggiungere direttamente i clienti finali, con una maggiore possibilità di conseguire margini adeguati. La vendita diretta è anche un’ottima modalità per commercializzare prodotti “speciali”, o prodotti con volumi troppo contenuti per essere accolti negli assortimenti dei canali convenzionali. Essa offre anche la possibilità di conoscere da vicino il parere dei clienti e/o di fare esperimenti di mercato con prodotti alternativi.
I vantaggi della vendita diretta sono molteplici:
C’è un’ampia gamma di possibili alternative per la vendita di prodotti alimentari locali. Tra queste, le principali sono:
Cos’è la Vendita Diretta?
Perché un agricoltore dovrebbe considerarla un’opportunità?
Come funziona?
Recentemente, la Commissione Europea nel regolamento n 807/2014 dell'11 marzo 2014 sullo sviluppo rurale per il nuovo periodo di programmazione della PAC riconosce l'importanza delle filiere corte e dei mercati locali: "Occorre specificare le filiere corte e i mercati locali in relazione ai quali può essere erogato un sostegno. Al fine di consentire una chiara demarcazione tra i due termini, si dovrebbe impiegare come criterio distintivo per definire le filiere corte il numero degli intermediari, mentre la distanza chilometrica dalla fattoria, tenendo conto delle specifiche caratteristiche geografiche della zona in questione, dovrebbe costituire il criterio di definizione dei mercati locali, a meno che non sia presentata un’alternativa convincente.”
I CAP Communication Awards (Premi CAP per la Comunicazione) sono finalizzati a creare una vetrina con esempi di iniziative di comunicazione fatte bene, in relazione alla Politica Agricola Comunitaria, organizzate in tre categorie: Comunicazione agli Stakeholder, Comunicazione al Pubblico, Comunicazione Innovativa.
Tra le “best practices” raccolte nel 2012-2014, alcune sono relative a Farmers’ Market:
Progetto pugliese finalizzato a promuovere la filiera corta e lo sviluppo rurale grazie alla diversificazione. Il progetto di Farmers’ Market è finalizzato a promuovere l’importanza della filiera corta o un circuito chiuso di produzione alimentare, mediante il Farmers' Market come attività di vendita. Ciò incoraggia la relazione diretta e sociale tra agricoltore e consumatore, favorisce una riduzione dei prezzi del prodotto finale ed offre un’opportunità di diversificazione del ricavo dell’agricoltore, attraverso quella che viene definita “multi-funzionalità” in agricoltura.
L’ingresso nella UE era visto, in Romania, come una minaccia nei confronti del prodotto alimentare locale, nei confronti del mercato accessibile ai piccoli agricoltori ed ai consumatori per gli alimenti locali. L’obiettivo era quindi quello di aiutare i consumatori rumeni a capire come la CAP non fosse in realtà una minaccia per la cultura rurale tradizionale, bensì una fonte potenziale di sostegno.
Sono, pertanto, stati impiegati tre mercati di alto livello come strumento di comunicazione ed informazione. Il messaggio è quindi passato direttamente alle persone che frequentavano i tre Farmers' Market, mediante il contatto personale con lo staff del progetto e con i piccoli produttori. La campagna ha avuto successo nel modificare il punto di vista dei piccoli produttori e consumatori rumeni. I cittadini hanno ancora più fiducia nella vendita diretta, e l’Unione Europea è riconosciuta come uno strumento di supporto delle vendite locali e delle filiere corte.
Creare mercati degli agricoltori per mostrare che la UE sostiene l'agricoltura locale, l'occupazione e le vendite nelle aree rurali. Prima che la Romania entrasse a far parte della UE, l’ingresso era visto da molti rumeni come una minaccia per la produzione alimentare locale. Sono stati quindi organizzati tre mercati degli agricoltori tradizionali, con un sistema di branding moderno e tattiche promozionali al fine di attrarre l’attenzione dei consumatori e dei media. Sono state diffuse notizie volte a sostenere il messaggio che l'UE sostiene l'occupazione agricola locale e l’agricoltura sostenibile nelle zone rurali, nonché la vendita di prodotti locali. “Conosci il tuo cibo, sai da dove viene” è stato uno slogan di successo. Sono stati progettati manifesti e striscioni per dimostrare che le vendite dirette e i cibi tradizionali locali sono anche innovativi nel contesto politico attuale. I mercati continuano ancora oggi, poiché sono sostenibili, ed attirano ancora l’interesse dei media nazionali.
Prima e dopo la preparazione del prodotto fresco:
I Mercati forniscono un ambiente adatto alla vendita diretta al consumatore da parte degli agricoltori e dei produttori di alimenti, anche per prodotti con maggior valore aggiunto e prodotti trasformati artigianali.
Sia che si tratti di prodotti biologici, biodinamici o convenzionali, il prodotto fresco disponibile nei Farmers’ Market continua ad avere un seguito fedele ed entusiasta.
Una postazione continuativa in un farmes’ market richiede un investimento modesto. Occorreranno un tavolo, un telone, confezioni e insegna che rendano l’azienda identificabile, insieme ai suoi prodotti e i suoi prezzi.
I costi potrebbero comprendere le tariffe per la bancarella, l’attrezzatura, le confezioni, l’assicurazione, il compenso delle persone dedicate all’attività di vendita, i costi di trasporto e stoccaggio. I costi pubblicitari sono in genere contenuti, perché sostenuti all’interno della gestione del Farmers' Market, e sono ricompresi nel contributo richiesto per la postazione.
Suggerimenti per un buon risultato: