La politica dell'UE in materia di qualità si è concentrata su prodotti locali e tipici sin dal 1991, con importanti regolamenti. Allo stesso tempo, l'UE ha integrato il concetto di multifunzionalità con qualità e sicurezza, come richiesto, per quanto riguarda l’agricoltura, dai consumatori.
Il punto è che il modello agricolo europeo è superiore a quello del resto del mondo, e questa diversità dev’essere promossa e tutelata.
La Commissione è fermamente convinta che gli agricoltori europei debbano affrontare le seguenti sfide:
La normativa della UE sulle DOP / IGP fornisce protezione a livello europeo per le denominazioni dei prodotti agricoli e alimentari che hanno uno stretto legame con la loro regione geografica di produzione. Tali prodotti devono essere prodotti in un determinato territorio e secondo una determinata specifica di produzione (disciplinare).
Tutte le domande per conseguire la DOP o IGP devono includere un disciplinare contenente almeno una descrizione del prodotto, un metodo di produzione e la zona geografica in cui viene prodotto. Inoltre, i richiedenti devono fornire la prova che qualche la qualità, la reputazione o un'altra caratteristica associata al prodotto sono legate alla zona di produzione. Una volta che una denominazione è registrata, ogni produttore che opera nel rispetto del disciplinare di produzione, ed è controllato da un organismo di controllo o da autorità nazionali, può utilizzare la denominazione.
Il primo passo per la politica europea di qualità dei prodotti alimentari è stato il Libro verde.
La Commissione ha deciso di avviare un dibattito su come migliorare la politica di qualità europea. Per farlo, in primo luogo ha ottenuto i pareri delle parti interessate. Per questo motivo, la Commissione ha pubblicato, il 15 ottobre 2008, un Libro verde ponendo domande aperte sulle diverse questioni relative alla qualità. Al termine della consultazione, erano pervenute 560 risposte scritte da una vasta gamma di soggetti interessati: dagli agricoltori, dai dettaglianti, dai rappresentanti europei dei gruppi di interesse, dalle autorità locali, dai consumatori, dalle ONG, e molti altri.
È stata preparata una sintesi delle risposte, presentata alla conferenza della presidenza ceca sulla politica di qualità tenutasi a Praga il 12-13 marzo 2009.
Il 10 dicembre 2010 la Commissione europea ha adottato il "pacchetto qualità", con l'obiettivo di garantire la qualità ai consumatori e un prezzo equo per gli agricoltori. Questo pacchetto qualità ha istituito per la prima volta una politica globale sui sistemi di certificazione, le condizioni che conferiscono a valore aggiunto alla qualità dei prodotti agricoli, e gli standard di prodotto. Con questo pacchetto, la Commissione ha preso in considerazione tutti gli aspetti di qualità, dal rispetto di standard minimi fino ai parametri specifici. Questo pacchetto qualità è stato un primo passo sulla via della costruzione di un settore agricolo più forte e dinamico.
“La forza della produzione agricola europea risiede nella sua varietà, nel know-how degli agricoltori, e nei terreni e territori di produzione” ha sostenuto Dacian Ciolos, l’allora Commissario per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale: “Gli agricoltori, che sono sotto pressione per la crisi economica, per la concentrazione del settore del dettaglio e per la concorrenza globale, hanno bisogno degli strumenti per poter comunicare meglio i propri prodotti ai consumatori”.
L’UE ritiene che la qualità sia un tema importante per ciascun agricoltore e ciascun acquirente, sia che trattino commodity (prodotti standard) prodotte secondo standard di base, oppure prodotti di qualità di fascia alta nei quali l’Europa eccelle. Gli agricoltori europei, per svincolarsi da una competizione basata solo sul prezzo, devono basarsi sulla reputazione di alta qualità e saperla comunicare.
La normativa UE pone requisiti stringenti per garantire gli standard di tutti i prodotti europei.
In più. i regimi di qualità UE identificano in modo particolare prodotti ed ingredienti realizzati secondo specifiche stringenti (disciplinari) sia a livello agricolo sia in fase di trasformazione. I principali regimi qualitativi europei sono:
Ogni paese dell'Unione europea ha le proprie categorie di qualità che corrispondono alle DOP. Le più significative sono:
Francia: AOC (Appellation d'Origine Contrôlée)
Italia: DOC (Denominazione di Origine Controllata) and DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita)
Spagna: DO (Denominación de Origen) and DOCa (Denominación de Origen Calificada)
Portogallo: IPR (Indicação de Proveniência Regulamentada) and DOC (Denominacão de Origem Controlada)
Germania: QbA (Qualitätswein bestimmter Anbaugebiete) and 'Prädikatswein' (formerly known as 'QmP' or Qualitätswein mit Prädikat)
Austria: Qualitätswein and Prädikatswein, including DAC (Districtus Austriae Controllatus).
A giugno 2008, 779 denominazioni erano stati registrate come DOP o IGP (446 DOP e 333 IGP). Francia e Italia rappresentano più del 40% di tutte le registrazioni, e questi due paesi, insieme con la Germania, la Grecia, il Portogallo e la Spagna, rappresentano quasi il 90% di tutte le denominazioni protette.
Un'analisi statistica delle cause delle differenze nel numero di registrazione DOP / IGP negli Stati membri mostra che, oltre la dimensione del settore agricolo, altri fattori esplicativi sono il livello di incoraggiamento e sostegno a coloro che intendono fare domanda per le DOP / IGP, le differenze culturali alimentari, nonché la data di adesione all'UE.
Si ricorda che la registrazione di una denominazione al regime DOP / IGP non garantisce di per sé un aumento delle quote di mercato, nazionale o 'estero. Le quote di mercato cresceranno solo se un certo numero di altri fattori saranno presenti, come ad esempio un approccio attivo all’espansione del mercato perseguita individualmente e collettivamente dai produttori, l'interesse da parte dei consumatori, un uso combinato con un marchio commerciale e l'esistenza di mercati di nicchia.
Fino a tempi relativamente recenti, l'UE classificava la qualità del vino in due categorie: 'VQPRD' (vino di qualità prodotto in una regione specifica) e 'Vino da tavola'. Questi parametri sono stati sostituiti nel 2011 con DOP (Denominazione di Origine Protetta) e IGP (Indicazione Geografica Protetta).
Secondo la definizione comunitaria, i prodotti DOP sono "prodotti, trasformati e preparati in una determinata area geografica, con un know-how riconosciuto". Le loro qualità e proprietà sono significativamente o esclusivamente determinati dal loro ambiente, in entrambi i fattori naturali e umani.
La definizione comunitaria di un prodotto IGP è quella di un prodotto strettamente legato alla zona geografica in cui viene prodotto, lavorato o preparato, e che ha qualità specifiche attribuibili a tale zona geografica.
Benché le regole di produzione delle IGP non siano stringenti come quelle applicate ai vini DOP, esistono esempi famosi di vini IGP con una reputazione (e prezzi) superiori ai loro concorrenti DOP. Ciò avviene specialmente in Toscana.
La definizione riconosciuta è che un alimento sia sicuro quando non costituisce un pericolo per la salute del consumatore (la sicurezza assoluta non esiste).
I pericoli possono essere di diversa natura: fisici, biologici, fisici, e per ciascuno di questi c’è un rischio più o meno alto. Quindi, un alimento può essere ritenuto sicuro se il rischio è tanto basso da essere considerato trascurabile.
In aggiunta alle tematiche sanitarie, ci sono aspetti di tipi etico che coinvolgono l’impiego di:
- prodotti amici dell’ambiente;
- diversità biologica;
- integrità genetica;
- tradizioni culturali.
L'obiettivo della politica di sicurezza alimentare dell'Unione europea è quello di tutelare la salute e gli interessi dei consumatori, garantendo il buon funzionamento del mercato unico. Al fine di raggiungere tale obiettivo, l'Unione europea assicura che gli standard di controllo siano stabiliti e rispettati per quanto riguarda l’igiene degli alimenti, la salute ed il benessere degli animali, la salute delle piante, la prevenzione del rischio di contaminazione da sostanze esterne. Essa stabilisce inoltre norme in materia di etichettatura adeguata per i prodotti alimentari semplici e/o trasformati. Questa politica ha subito riforme nei primi anni 2000, in linea con l'approccio 'Dalla fattoria alla tavola', garantendo un elevato livello di sicurezza per i prodotti alimentari e dei prodotti alimentari commercializzati all'interno dell'Unione europea, in tutte le fasi della catena di produzione e distribuzione. Questo approccio coinvolge sia i prodotti alimentari prodotti all'interno dell'Unione europea sia quelli importati da paesi terzi.
L'obiettivo centrale della politica di sicurezza alimentare della Commissione europea è quello di garantire un elevato livello di protezione della salute umana e degli interessi dei consumatori in relazione agli alimenti, tenendo conto della diversità, anche per quanto riguarda i prodotti tradizionali, garantendo al contempo l'efficace funzionamento del mercato interno.
Principio guida della Commissione, stabilito in primo luogo nel Libro Bianco sulla sicurezza alimentare, è quello di applicare un approccio integrato dalla fattoria alla tavola che copra tutti i settori della catena alimentare, compresa la produzione dei mangimi, la produzione primaria, la trasformazione alimentare, lo stoccaggio, il trasporto e la vendita al dettaglio .
La politica di sicurezza alimentare UE è finalizzata a garantire:
A partire dal 13 dicembre 2014, le imprese sono tenute a rispettare la maggior parte delle norme contenute nel regolamento sulla informazione alimentare della UE (1169/2011). Il regolamento è entrato in vigore il 12 dicembre 2011, ma ha previsto un periodo di grazia lungo, di 3 anni, per consentire alle aziende alimentari e agli Stati membri della UE di prepararsi alle nuove regole in materia di etichettatura dei prodotti alimentari. Tra l'altro, il regolamento amplia l'elenco delle informazioni che devono essere fornite sulle etichette degli alimenti e impone anche nuovi obblighi in materia di presentazione delle informazioni. Le aziende rischiano multe in caso di mancato rispetto di tali obblighi.
Il regolamento elenca esaustivamente le informazioni che è obbligatorio fornire sulle etichette degli alimenti, compresi elementi quali:
Coldiretti ha pubblicato un manuale di buone pratiche, validato dal Ministero della Salute italiano, con i seguenti obiettivi: